Liste d’attesa: approvato un decreto su sei

La riforma sulle liste d’attesa , nata per garantire un accesso più rapido alle cure è bloccato a causa dei ritardi nei decreti attuativi.

Per milioni di persone aumentano i disagi nell’accesso alle cure e alla prevenzione.

I decreti attuativi rappresentano il cuore pulsante di qualsiasi riforma, ma a sei mesi dall’approvazione della legge il meccanismo sembra essersi inceppato: dei sei provvedimenti previsti, infatti uno solo ha ricevuto il via libera, mentre tre sono già scaduti e per gli altri due non è stata fissata una scadenza.

Lungaggini burocratiche, ostacoli politici e mancanza di coordinamento tra Ministeri e Camere hanno bloccato una riforma importante.

L’intento della Riforma è ambizioso: riformare il sistema delle prenotazioni e ridurre i tempi di attesa .

I punti chiave sono:

1)Istituzione di un centro unico di prenotazione regionale , integrato con le agende delle strutture pubbliche e private accreditate;

2)Obbligo per le Regioni di fornire un alternativa ai pazienti che non riescono ad accedere alle cure nei tempi previsti, indirizzandoli al privato convenzionato o all’attività intramoenia;

3)Il divieto di chiusura delle agende di prenotazioni , per evitare che le strutture sanitarie limitino l’accesso alle visite e agli esami;

4)L’attivazione di una piattaforma nazionale per uniformare la gestione delle liste d’attesa , con un organismo di controllo in grado di intervenire nelle Regioni inadempienti.

Il Ministro della Salute , Orazio Schillaci aveva dichiarato alla Camera che la riforma sarebbe partita a febbraio 2025; da quella data si sarebbe attivato un sistema di monitoraggio delle liste d’attesa con dati aggiornati su tutte le Regioni.

Le linee guida sono state inviate alle Regioni solo il 17 Dicembre 2024 le Regioni hanno preso tempo per analizzare il testo.

E senza il parere delle Regioni non parte la Riforma.

Un altro nodo critico riguarda poi il superamento del tetto di spesa per l’assunzione del personale Sanitario, elemento fondamentale per ridurre i tempi di attesa.

Manca infine una metodologia chiara per stabilire il fabbisogno effettivo di medici e infermieri, rendendo cosi di fatto impossibile procedere con nuove assunzioni.

Tutto si traduce in un Odissea senza fine per i pazienti .

Le liste d’attesa non sono altro che il sintomo di una crisi strutturale del Servizio Sanitario Nazionale .

Servono investimenti mirati e riforme coraggiose, limitarsi a tamponare l’emergenza senza affrontare le cause profonde equivale a guardare il dito anzichè la luna.

Vanda Roveri

Segreteria SPI CGIL di Mantova

 

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