Il 18 gennaio arriva a Mantova il Camper Flc Cgil per dire no all’autonomia differenziata e alla divisione del Paese

MANTOVA – Giovedì 18 gennaio, tra le ore 9 e le ore 13, sarà presente a Mantova, in via Pescheria (accanto alla Loggia delle Pescherie di Giulio Romano), il camper brandizzato Flc Cgil a sostegno di una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei diversi temi, tra cui la scuola, legati all’autonomia differenziata proposta dal Governo in carica. “Si tratta – spiega Paolo Campione, Segretario Provinciale di Flc Cgil Mantova – dell’ennesima proposta ideata da questo governo utile solamente a dividere il nostro Paese, generando ulteriori diseguaglianze”. Come spiega ancora Campione si tratta di temi trasversali: “I temi trattati – prosegue il Segretario Flc – riguardano tutte e tutti, perché dall’autonomia scolastica, alla garanzia al diritto all’istruzione all’interno del territorio italiano senza generare ulteriori diseguaglianze, la sperimentazione della ‘filiera tecnico-professionale’, rinnovi contrattuali dignitosi per tutti i settori, sia pubblici e privati, l’inflazione arrivata a livelli non più sostenibili, sino ad arrivare al ‘bluff’ delle pensioni”.
Flc Cgil Mantova invita tutti i cittadini a fare un salto presso il presidio itinerante in modo da poter condividere idee e preoccupazioni in merito alla proposta del governo.
Ecco tutte le rivendicazioni nel dettaglio:
L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA SPACCA E DISUNISCE IL PAESE, RIDUCE DIRITTI, RETRIBUZIONI, PRIVATIZZA LA SCUOLA.
Chiediamo che il diritto all’istruzione ed alla formazione sia garantito ed esercitato in maniera uniforme in tutto il Paese Chiediamo che organici e personale scolastico abbiano un unico inquadramento ed un unico contratto di riferimento, quello nazionale, a tutela della retribuzione, dei diritti che
non sono diversificabili in base al posto dove si lavora
UN’UNICA TUTELA DEL LAVORO E DEI SALARI.
L’inflazione si mangia gli stipendi del personale del comparto Istruzione e Ricerca: il governo Meloni risponde solo con le chiacchiere e disinveste sulle professionalità del mondo della Conoscenza, privandole del giusto riconoscimento economico e sociale.
UNA SCUOLA SOSTENIBILE
Il dimensionamento della rete scolastica prevede un taglio di 827 scuole. Il governo Meloni prevede così un risparmio sulla pelle del diritto allo studio, favorisce l’impoverimento culturale dei territori e la dispersione scolastica. Abbiamo bisogno di più Scuola sui territori, scuole a dimensione d’uomo, non mostri sovraffollati.
L’ISTRUZIONE NON PUÒ ESSERE SUBORDINATA AL MERCATO
Con l’idea del Liceo Made in Italy si disperde il patrimonio culturale e professionale garantito dal Liceo Economico Sociale, si consegnano le scuole e l’educazione dei giovani alle Fondazioni “Imprese e competenze”. La sperimentazione della “filiera tecnico-professionale” sottrae un anno di diritto
allo studio e favorisce l’“avviamento al lavoro”: la scuola inoltre è consegnata nelle mani dei privati, favorendo e rafforzando il progetto di autonomia differenziata. L’istruzione è un bene pubblico ed un diritto costituzionale da valorizzare ovunque. La Scuola deve costruire cittadini consapevoli, non ingranaggi da sacrificare al mercato.
VOGLIAMO RINNOVI CONTRATTUALI DIGNITOSI
Investire sul rinnovo dei contratti nazionali, per i settori pubblici e privati, è l’unica strada per uscire dalla crisi. Contrastiamo ogni tipo di ipotesi di ripristino delle gabbie salariali, chiediamo invece investimenti adeguati che garantiscano salari dignitosi
STABILIZZIAMO I PRECARI DELL’ISTRUZIONE E RICERCA
Nella Scuola più del 25% dell’organico è precario da anni, ma il Governo Meloni non fa nulla per porre fine a questa vergogna. Chiediamo di investire per stabilizzare tutti i posti in organico, anche quelli in deroga, attraverso percorsi straordinari, a cui far seguire una pianificazione capillare della formazione iniziale di qualità, gratuita e rispondente al fabbisogno.
IL BLUFF DELLE PENSIONI
Dopo una lunga campagna elettorale, il Governo Meloni
– non ha modificato la Legge Fornero
– ha introdotto e rafforzato forme di pensionamento penalizzanti (Quota 103 e Opzione donna, Ape Social)
– per i dipendenti dal 1981 al 1995 di enti locali, ricerca, sanità, scuole parificate ha previsto una decurtazione fino al 20% della quota di pensione retributiva.
Il governo non mantiene gli impegni, fa cassa sulle pensioni, inasprisce i requisiti di accesso, sottrae soldi ai futuri pensionati

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