25 Aprile, Cgil Mantova partecipa al Corteo e a iniziative istituzionali

MANTOVA – Il 25 aprile di quest’anno, Giorno della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la Cgil di Mantova, oltre a partecipare all’iniziativa istituzionale di viale Piave, è tra gli organizzatori del corteo che partirà da piazzale Gramsci alle ore 10.30 per arrivare in piazza Martiri di Belfiore. Un corteo che per la prima volta vede agire insieme diverse associazioni del territorio.

Ecco l’appello diffuso dagli organizzatori del corteo: Anpi Mantova – Sezione “Felice Tolazzi”, Cgil Mantova, Circolo Libertario Mantovano, Spazio sociale La Boje!, Non una di Meno Mantova, Associazione eQual, Rete degli Studenti Medi Mantova, Arci Mantova, Arcigay “La Salamandra” Mantova, Rete Kurdistan Mantova, Mantova per la Pace e i partiti Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Partito della Rifondazione Comunista, Unione Popolare, Europa Verde.

25 APRILE: C’ERAVAMO, CI SIAMO, CI SAREMO

PACE – LIBERTÀ – DEMOCRAZIA

È festa d’aprile: una lunga storia da celebrare e, con quell’esempio, tante nuove lotte da affrontare. Dopo otto mesi di governo più a destra della storia d’Italia, l’attualità ci pone di fronte a un Paese dove disuguaglianze economiche, sociali, razziali e di genere stanno pericolosamente diventando la norma in spregio alla Costituzione.

Dai tentativi di eliminazione di ogni forma di sostegno al reddito, al progetto di legge per le autonomie differenziate, passando per una riforma fiscale che prosegue nel solco trentennale del liberismo, favorendo chi è più ricco e ignorando chi è più povero. Allo stesso tempo, ogni ipotesi di allargamento dei diritti sociali viene ostacolato sul nascere: da una parte abbiamo ancora negli occhi le immagini delle spiagge di Cutro, l’ennesima strage di migranti abbandonati dallo Stato; dall’altra dobbiamo assistere al continuo processo di negazione dei diritti delle comunità lgbtq+, il cui ultimo tassello è stato il blocco delle registrazioni di famiglie omogenitoriali nei Comuni che le applicavano. Nella quotidiana torsione autoritaria della nostra democrazia e nella riscrittura della storia si ritrovano unite la destra postfascista e quella dichiaratamente neofascista.

C’è un clima preoccupante, e non è solo una metafora. I movimenti ecologisti di tutto il mondo cercano con ogni mezzo necessario di far cambiare le politiche climatiche dei governi che invece ignorano e reprimono le proteste: sotto una patina green si continua a consumare suolo e a bruciare combustibili fossili, oltre a sdoganare favori alle lobby di caccia e armi con leggi da far west per uccidere animali selvatici in centri urbani e aree protette.

Eppure qui siamo, qui eravamo e qui resteremo. Per ribadire il nostro antifascismo: a maggior ragione dopo le aggressioni para-squadriste agli studenti di Firenze e le continue provocazioni neonaziste fuori dalle scuole e dai luoghi della memoria.

Per lanciare il nostro grido a sostegno delle lotte transfemministe, soggetto fondamentale su cui basare un modello di società più giusto in Italia, in Iran, ovunque.

Per ripudiare la guerra come mandato costituzionale, nell’80° anniversario degli scioperi antifascisti nelle fabbriche del Nord, che bloccarono la macchina bellica del regime a costo di arresti e deportazioni di lavoratori.

Per una nuova diplomazia contro la guerra della Russia di Putin e l’escalation militare sostenuta dalla Nato: in una guerra in cui muoiono civili e soldati, vince l’industria delle armi, con profitti alle stelle a scapito dei welfare nazionali. La solidarietà internazionale e il sostegno all’autodeterminazione dei popoli sono gli unici strumenti per contrastare la militarizzazione del mondo.

Per fare tesoro dell’esempio delle partigiane e dei partigiani, e di un popolo che si ribellò al regime e alla guerra con il sogno di una società nuova di uguaglianza, democrazia e solidarietà in cui ci riconosciamo e che difenderemo sempre.

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