Professione badante: la scelta o ripiego di 1.400 mantovane

«Questo aumento – spiega Donata Negrini – è una conseguenza diretta del lungo periodo di crisi, che ha fatto decidere a molte donne italiane di intraprendere un percorso professionale in un settore dove la domanda è in crescita costante, visto che la nostra popolazione invecchia progressivamente. Dobbiamo aspettarci dati in aumento anche per il 2021 e l’anno in corso, dal momento che la tragedia vissuta dai nostri anziani nelle Rsa, durante la pandemia, sta orientando sempre più i familiari a organizzarsi con assistenti a domicilio. Dobbiamo comunque attendere anche i risultati della sanatoria che, dall’estate del 2020, ha permesso a migliaia di persone di regolarizzare la propria situazione. Purtroppo registriamo tempi molto lunghi per ottenere il permesso definitivo, ma probabilmente il quadro al termine dell’operazione sarà diverso, con una presenza straniera più significativa».

Ed è Roberta Franzini a sottolineare che «sempre più spesso nel settore dell’assistenza alla persone arrivano persone espulse da altri settori lavorativi, per crisi aziendali e altri motivi. Sono persone, spesso, senza esperienza che vedono nel lavoro della colf o badante un impiego sicuro e duraturo e in tal senso decidono di modificare la loro vita. Anche in questo modo possiamo spiegare l’aumento seppur minimo, ma costante, di italiani nel settore».Un inizio di inversione di tendenza, insomma, che va di pari passo con il lieve incremento di 395 (+7,5%) colf e badanti nel Mantovano tra il 2018 e il 2020, legato alla maggiore necessità di assistenza familiare portata dalla pandemia, a fronte di un calo generalizzato che negli ultimi dieci anni ha visto passare lavoratrici e lavoratori di questo settore da 6319 a 5.272 (di cui 2.770 colf e 2.502 badanti), con una diminuzione di 1.047 unità pari al 19,85%. «Un trend che dovrà essere invertito nei prossimi anni – fanno presente dalla Cgil – se consideriamo le conclusioni dello Studio sul lavoro domestico dell’Osservatorio Domina in base al quale, nel 2040, la popolazione italiana sarà più anziana e sola e ci sarà bisogno di 200mila badanti in più per far fronte a queste nuove necessità che comporteranno alle famiglie italiane una spesa di oltre 5 miliardi».

Per quanto riguarda il genere, nel 2020 l’82% di assistenti domestici è rappresentata da donne (4.550): una percentuale in costante aumento se si considera che nel 2011 erano il 74% (4.696 su 6.341). Le donne di nazionalità straniera nel 2020 sono il 70% (3.226) del totale femminile e il 61% del totale dei lavoratori domestici (3.226). Nel 2011 queste percentuali erano, rispettivamente l’80,4% e il 59%. Le donne di nazionalità italiana sono il 29% delle lavoratrici del settore e il 25% del totale dei lavoratori domestici, ma l’analisi del sindacato segnala che in 10 anni sono aumentate passando da 917 a 1.324, il 30,7% in più. Gli uomini sono diminuiti dal 2011 a oggi passando da 1.645 a 723 (-56%): 639 sono cittadini stranieri (88,3%) in calo del 15%; solo 84 sono italiani (11% dei lavoratori maschi e 1,6% del totale dei lavoratori domestici), ma, a ulteriore prova di un cambiamento in corso, sono in crescita: nel 2011 erano 54.

Monica Viviani dalla Gazzetta di Mantova del 20 febbraio

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