“L’ospedale di Suzzara torni pubblico” al via la raccolta firme della Cgil di Mantova

SUZZARA – La Cgil di Mantova ha lanciato la petizione per chiedere che l’ospedale di Suzzara torni pubblico.
E’ possibile firmare la petizione già da oggi presso le sedi della Cgil di Suzzara, Pegognaga, Gonzaga e Moglia. Mentre dalla settimana prossima nei mercati settimanali dei paesi interessati dal servizio dell’ospedale suzzarese (basso mantovano) sarà presente un banchetto per la raccolta delle firme.
“La Cgil di Mantova – spiega il Segretario Generale Daniele Soffiati – ha deciso di dare il via a questa raccolta firme per coinvolgere la cittadinanza e renderla consapevole di quanto sta accadendo intorno all’ospedale di Suzzara che serve un bacino di oltre 70mila persone. In questa fase di transizione, infatti, nella quale la trattativa fra pubblico e privato ha subito uno stop, riteniamo sia necessario valutare un ritorno all’ospedale completamente pubblico. La nostra preoccupazione è che il presidio, che ha già perso negli anni servizi importanti, nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale al welfare Bertolaso, possa perderne altri e questo è inaccettabile. L’unica strada per evitare ciò è un ritorno all’ospedale pubblico”
Ecco il testo integrale della petizione:

Per la difesa e la valorizzazione dell’Ospedale di Suzzara e della Sanità Pubblica

Sul futuro dell’Ospedale Montecchi di Suzzara crescono i timori e c’è incertezza.

La gestione dell’Ospedale di Suzzara è una sperimentazione avviata a seguito dell’aggiudicazione di una gara pubblica nel novembre 2004.

Si tratta di una delle prime forme in Italia di gestione di un ospedale pubblico da parte di una società privata. La concessione fino al 2022, rinnovata sino al giugno 2023, riguarda la completa gestione del complesso ospedaliero nonché la sua ristrutturazione e messa a norma.

L’Ospedale dispone complessivamente di 130 posti letto ed è accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale sia per le prestazioni di ricovero e cura sia per le prestazioni ambulatoriali.

Scaduta la concessione, l’ospedale di Suzzara è in attesa del suo futuro e dal territorio arriva un accorato appello a fare chiarezza. Il rischio infatti è di perdere professionalità e personale. Il timore è di perdere servizi sanitari adeguati ai bisogni di salute del territorio.

L’Ospedale F.lli Montecchi di Suzzara è punto di riferimento per servizi e prestazioni sanitarie per i bisogni della popolazione di un ampio territorio collocato fra tre province (Mantova, Reggio Emilia e Modena) e due regioni, Lombardia ed Emilia Romagna. Il bacino di utenza sanitaria è di almeno 70 mila abitanti.

Si continua purtroppo a parlare solo di affitti come se si trattasse di una mera attività commerciale che deve essere messa a frutto.

Un ospedale è qualcosa di diverso, è fatto di persone, di problemi, di risposte ai bisogni di cura, di fiducia riposta negli operatori. Non una parola sugli investimenti necessari per implementare le apparecchiature e rendere tecnologicamente adeguata la struttura, nessuna parola su cosa fare all’interno dell’Ospedale.

La centralità dell’Ospedale Montecchi nella Bassa è ormai storicizzata, dunque la necessità che il suo futuro venga scritto rapidamente ma in modo positivo è impellente.

Più volte il sindacato, le forze politiche, le associazioni, i cittadini hanno chiesto alla Regione, all’ Asst, all’ Ats ai Sindaci del Basso Mantovano chiarezza nelle trattative, chiarezza sulle prospettive, chiarezza sui contenuti che un ospedale deve avere per essere degno di tale nome.

I cittadini hanno il diritto di essere informati e di far arrivare la loro voce alle istituzioni e ai soggetti coinvolti per ribadire l’importanza e la centralità dell’ospedale per il nostro e per tutti i comuni dell’Oltrepò mantovano.

Non è possibile che non si possa discutere di quali bisogni coprire, quali specializzazioni portare, non si possa parlare di rianimazione o di ginecologia o di cardiologia o dei servizi da migliorare come il pronto Soccorso o le dimissioni protette.

E’ stata presa da parte di Regione Lombardia la chiara scelta di non coinvolgere il territorio in questo percorso, non partendo quindi dai bisogni che esso esprime.

Non si riesce a capire perciò perché la proposta di ASST non sia ancora nelle mani dei Sindaci, non si riesce a capire perché non si dica una parola chiara sul ruolo della Fondazione. ATS ha giudicato la sperimentazione positiva. Non si capisce come possa corrispondere agli accreditamenti ciò che è accaduto negli anni. Il ridimensionamento di certi reparti e la scomparsa di altri reparti mentre l’ortopedia si allargava, è rispondente agli accreditamenti della struttura?

I cospicui fondi accantonati (e forse quelli futuri?) che andavano a favore di tante associazioni locali per lo sviluppo di progetti sociali che hanno aiutato tante famiglie del nostro territorio, in primis di disabili, che fine faranno?

Si parla di milioni di euro di canoni ma non si scrive nero su bianco se e come verranno riversati sul nostro territorio, da anni oggetto del ridimensionamento in tutti i servizi socio sanitari pubblici.

Dopo tanti anni di ritardi denunciati più volte, sembra ora che ci sia fretta da parte della Regione di chiudere la partita non considerando minimamente il contenuto e la progettualità.

Sono comprensibili quindi la preoccupazione e i dubbi di tanti cittadini e del personale della struttura, che rappresentano la risorsa principale per la qualità dell’assistenza sanitaria.

Sono tanti coloro che chiedono notizie, e questo è segno che il nostro territorio è sempre pronto a mobilitarsi quando in gioco ci sono i diritti e la storia di una comunità.

Di fronte alla non chiara situazione che colpisce tutti ma in particolare la fascia più debole della popolazione, le sottoelencate organizzazioni hanno assunto l’iniziativa di predisporre una petizione e di avviare la raccolta delle firme per presentarla al Presidente della Regione Lombardia, ai Sindaci, al Presidente della Provincia, nonché alla Direttrice generale dell’ASST Mantova e al Direttore generale di ATS Valpadana.

La petizione riguarda:

  1. la trasparenza delle scelte: è arrivato il momento di fare chiarezza. I cittadini hanno diritto di essere informati e di far arrivare la loro voce alle istituzioni e ai soggetti coinvolti per ribadire l’importanza e la centralità dell’ospedale per tutti i comuni dell’Oltrepò Mantovano.

  2. la possibilità di ritorno all’ospedale pubblico:

A seguito del fallimento della trattativa di Asst con Kos, riteniamo che vada chiusa la sperimentazione pubblico-privata e che Asst ri-acquisisca l’ospedale come presidio pubblico immettendo risorse in grado di soddisfare i bisogni di salute del territorio.

Apprendiamo da Regione Lombardia che è previsto un investimento di circa dieci milioni di euro per l’adeguamento sismico complessivo dell’ospedale. Ulteriori risorse pubbliche devono essere investite per migliorare i servizi di un ospedale di primo livello.

  1. la trasparenza dei dati: la sperimentazione pubblico-privata è scaduta il 31 ottobre 2022, tuttavia la Regione Lombardia, al di là della proroga gestionale al 30 giugno 2023, non ha dato alcuna linea di indirizzo ed è sembrata in forte ritardo sulla costruzione di un eventuale e nuovo percorso di gestione. Da qui la scelta di Asst di effettuare uno studio per conoscere le potenzialità e l’economicità dell’ospedale di Suzzara. E’ stata fatta una valutazione dell’ospedale con la proposta del canone annuale. Come cittadini riteniamo necessario conoscere lo studio e la relativa valutazione dei 20 anni di sperimentazione. Lo studio e la relativa valutazione non può limitarsi ad una semplice contrattazione del canone di affitto ma deve richiedere l’impegno ad aggiornare il piano di sviluppo alla luce dei bisogni di sanità del territorio e ai cambiamenti avvenuti all’interno dell’ospedale con la soppressione di alcune specialistiche a favore di altre specialistiche.

E’ necessario che ATS renda noti i dati relativi ai fabbisogni del territorio.

A questo punto, alla luce della trattativa fallita con Kos e dell’aumento di dieci volte del canone di affitto richiesto, ci sembra doveroso che ASST informi la cittadinanza sull’avvenuta trattativa e sulle prospettive che intende dare a questo ospedale.

  1. la trasparenza delle caratteristiche: come cittadini chiediamo che la struttura ospedaliera sia sede di I Livello in grado di eseguire tutti gli interventi previsti per un ospedale con sede di pronto soccorso ed in grado di svolgere funzioni di accettazione in emergenza e urgenza per patologie di maggiore complessità, con le funzioni di osservazione e degenza. La presenza di prestazioni chirurgiche pluridisciplinari rende necessaria la presenza di una unità di rianimazione. Sono necessarie unità funzionali di ostetricia e ginecologia e della cardiologia.

FAI SENTIRE LA TUA VOCE

Uniamo le nostre forze contro una politica sanitaria che non tutela il cittadino.

Il comitato dei cittadini promotore della petizione.

Aderiscono alla petizione le seguenti associazioni, organizzazioni, partiti,

Cgil Suzzara

Spi Cgil Suzzara

Spi Cgil Gonzaga

Spi Cgil Pegognaga

Sezione PD Gonzaga

Sezione PD Pegognaga

Sezione PD Moglia

Sinistra per Suzzara

Alleanza Verdi Sinistra Europa Verde Sinistra Italiana

Movimento 5 Stelle 2050

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